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La stazione dai due volti: il caso di Lesmo

In quasi sei mesi dalla pubblicazione on-line di questo blog e della pagina Twitter, noi del "gruppo" Ferrovia Carnate-Seregno, ci siamo sempre impegnati a sostenere ed a "invogliare" la gente (pendolari, studenti, turisti, ...) ad utilizzare, oltre che la linea in se, la stazione di Lesmo. Come ormai è stato detto moltissime volte, essa viene ad essere un punto di partenza molto buono per molti aspetti: possibilità di parcheggio, collegamenti frequenti durante i giorni lavorativi ed il sabato, vicinanza al centro del paese ed all'area casatese

Però, come in tutte le "favole", vi sono dei risvolti negativi sulla faccenda "Lesmo": ora, il nostro obbiettivo non è quello di far scappare la gente ma quello di sensibilizzare gli utenti e le istituzioni locali su quella che è la situazione della fermata. Chi frequenta la Carnate-Seregno e, meglio ancora, la stazione di Lesmo saprà con certezza che quest'ultima stazione versa in condizioni assurde: già dall'ingresso di Via della Stazione, superata la "Lega del filo d'oro", la strada di accesso alla ferrovia si trasforma in un sentiero stretto, asfaltato ed illuminato, fiancheggiato da piante non curate che, nella stagione primaverile-estiva arrivano ad invadere la strada. Arrivati davanti al fabbricato viaggiatori, lo si trova chiusa, scrostato, cadente con porte e finestre murate, la grondaia bucata e senza una minima pensilina per l'attesa dei treni; la banchina si presenta di terra (nulla da eccepire, abbiamo nelle vicinanze un esempio dove, essa, è un "oasi" naturale e di servizio), sconnessa ed immersa nell'erba che nei mesi caldi diventa una selva. Non sono presenti monitor/annunci sonori per segnalare l'arrivo del treno: i viaggiatori "abituati", almeno che non venga utilizzata l'App "MyTrenord", hanno "inventato" un sistema di riconoscimento di arrivo basato sulla vista (se il treno arriva da Carnate e va a Seregno, lo si vede in lontananza quando sbuca dalla curva di Bernate) e sull'udito (se il treno arriva da Seregno e va a Carnate, lo si ode quando transita sul ponte in ferro "di Gernetto"); la stazione è dotata inoltre di una obliteratrice cartacea ad inchiostro, al vero quasi sempre funzionante e di una bacheca per gli orari cartacei e gli avvisi al pubblico; immancabilmente, gli orari vengono strappati dagli studenti incivili che al mattino aspettano il treno per recarsi alle scuole di Seregno, contribuendo così a creare, nel potenziale e nuovo viaggiatore, l'idea di stazione chiusa. In tutta questo, però, vi si può trovare una cosa positiva ovvero l'inserimento della fermata in un contesto agreste e brianzolo: silenzio nell'attesa del treno, vociare di signori anziani che accompagnano i nipoti, traffico ridotto al minimo.


Stazione di Lesmo vista dal treno in arrivo


Questa piccola disanima, ripetiamo, viene fatta NON per scoraggiare l'utilizzo della stazione ma per sensibilizzare l'utenza (soprattutto quella che, leggendo il blog, inizierà ad utilizzare la stazione di Lesmo) e le istituzioni. Sopratutto vogliamo porre l'accento sullo stato non tanto positivo della fermata all'ente municipale di Lesmo, vorremmo che il Sindaco, la giunta e tutto l'apparato istituzionale prendano a cuore la loro stazione, la quale si trova su una linea (descritto tantissimo qui sul blog) collegante due aeroporti tra i più importante dell'intera Europa (ovvero Malpensa ed Orio). Con un minimo di spesa pubblica (sappiamo che la stazione è proprietà di RFI), sarebbe possibile rendere più confortevole l'accesso alla fermata e sopratutto la segnalazione più chiara, attraverso cartelli stradali della stessa; pur essendo su una linea trasversale, grazie alla vicinanza di "attrazioni" di vario carattere, la stazione di Lesmo (Parco di Monza col gran premio di F1, Colli Briantei, Fiera di San Gaetano) potrebbe essere punto di arrivo/partenza di molti turisti. Inoltre, essa potrebbe creare una valvola di sfogo per i pendolari diretti a Milano utilizzanti la stazione di Arcore.   


All'ente RFI (Rete Ferroviaria Italiana) chiediamo invece una soluzione più diretta e decisa; se i soldi mancano, come è ormai noto, si provveda almeno a quanto segue:

1) Tinteggiatura FV e sostituzione del tetto; riapertura sala di attesa (già presente in loco con panchine e tavoli ma chiusa dagli anni '90)
2) Installazione del sistema di diffusione visiva e sonora degli orari e dei ritardi
3) Cura della banchina con piantumazione di erba nana oppure rifacimento (anche senza il rialzo a 55 cm dal PdF) con piastrelle e zone porta-rifiuti.
4) Sistemazione tettoia, collassata nel 2015.
    
Un ultimo consiglio ai viaggiatori, sopratutto ai "neofiti" della Carnate-Seregno: non vi fate scoraggiare e continuate ad usare la stazione di Lesmo, perché i vantaggi che si hanno a partire da qui (vedi post precedenti) sono molto buoni e molto appetibili.

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